14 e 15 ottobre 1978, gli UFO e l’Abruzzo. (di Nicola Monti)

Il 1978 fu un anno strano. Accaddero fatti che lasciarono, nell’immaginario collettivo, un profondo senso di insicurezza.

Abbiamo già parlato, in un precedente articolo, dell’onda anomala che, nel 1978, investì le coste abruzzesi e quelle croate.

Invece, nella notte tra il 14 ed il 15 ottobre del 1978, alcuni pescatori abruzzesi e marchigiani, raccontarono di aver visto il nascere di fenomeni naturali, e non, stranissimi, apparentemente inspiegabili. La dovizia di particolari, i reiterati avvistamenti, l’affidabilità delle persone coinvolte, convinsero l’opinione pubblica che non poteva trattarsi di eventi naturali qualsiasi.

Il primo pensiero volò agli U.F.O.

In quello che fu ribattezzato il “Triangolo dell’Adriatico”, (in una figura coincidente ai vertici con Ancona, il Gran Sasso e Pescara), i pescatori raccontarono di aver visto alzarsi delle colonne d’acqua di circa 20 metri di diametro, mentre tutt’intorno l’acqua ribolliva. Ci furono decine di avvistamenti, a riprova che non poteva trattarsi di suggestione ma qualcosa stava davvero accadendo. Qualcuno avvistò alcune macchie nere all’interno delle colonne d’acqua o di luci di un colore violaceo. Quasi si trattasse di un forte lampione in cielo.

Nella zona di Martinsicuro (TE) invece furono avvistati degli strani corpi luminosi tra le onde. Ma i fenomeni incomprensibili non erano solo questi. I marinai riferirono che le bussole erano impazzite, sembravano ubriache e la nebbia calava improvvisamente e, specie nella notte, si sentivano rumori e si vedevano esplosioni di luci. Specialmente nella zona tra Ortona e San Benedetto del Tronto, gli equipaggi delle stesse barche avvistarono i fenomeni almeno tre o quattro volte. In questo nuovo “triangolo delle Bermude”, improvvise correnti allontanavamo le barche dalle rotte abituali, lasciando solo un sottile ribollire tra le onde.

 Ma i fenomeni non si verificavano solo in mare. Molti furono gli avvistamenti, “strani”, anche in montagna. Uno in particolare richiamò l’interesse generale, quello sul Gran Sasso. Nel paesino di Pietracamela (TE), furono individuate luci arancioni e, come ci segnala, sulla nostra pagina facebook il signor Roberto Brigante, un “oggetto non identificato” paralizzò la centrale elettrica Ferri a Pietracamela. Da articoli di repertorio abbiamo letto che l’addetto alla centrale riferì che un U.F.O. stazionò sull’area mandando in tilt l’impianto.

In ogni caso anche la Capitanerie di Porto di Pescara indagò attivamente, rimanendo coinvolta in uno di questi fenomeni. La Vedetta CP2018, in attività di pattugliamento, il giorno 09/11/1978, verso le ore 21:00, si diresse in zona 4 – 5 miglia da Silvi. L’equipaggio riferì di aver visto un segnale luminoso dirigersi in cielo per circa 4, 5 secondi, con un angolo di 45°. Inizialmente si ipotizzò che potesse trattarsi di qualche segnale di soccorso ma il radar non batteva altre imbarcazioni in quella zona. L’equipaggio della Vedetta decise allora di avvicinarsi per indagare. Mano a mano che si avvicinavano gli strumenti di bordo iniziarono ad accusare malfunzionamenti. Il radar divenne tutto nero ed anche le comunicazioni via radio divennero difficoltose. Da Pescara il Comandante della Capitaneria di Porto diede l’ordine di allontanarsi immediatamente. Allora tutti gli strumenti tornarono attivi.

La scienza si mise in moto per spiegare gli avvenimenti. Pietro d’Intino, Ingegnere, con una grande esperienza nel settore aeronautico, ci racconta che effettivamente furono segnalati imponenti muri d’acqua, alti fino a 8, 10 metri ed estesi per più di 100. Di questi fenomeni fu redatto anche un rapporto circostanziato da parte del Comandante di una motovedetta della Capitaneria di Porto. Successivamente gli studiosi ipotizzarono che il metano presente nel sottosuolo marino, per l’eccessiva pressione tettonica, fuoriuscì da crepe createsi per la stessa pressione. Il gas, salendo violentemente in superficie, creava quelle barriere d’acqua. Secondo gli esperti il gas metano, espulso da vulcani di fango, a contatto con l’atmosfera, si incendiava creando gli strani fenomeni luminosi.

Qualcuno parlò di una guerra sommersa con mini sommergibili sovietici. Ma il basso fondale non l’avrebbe consentito.

Per ora abbiamo trovato queste risposte ma la nostra indagine continua.