Era il 1978, quando il mare si alzò all’improvviso. (di Nicola Monti)

Il 21 giugno del 1978, era una giornata come tante altre, nulla lasciava presagire qualcosa di strano. Come da buona abitudine molti pescaresi erano a passeggio sulla riviera. Eppure, con grande stupore dei presenti, il mare si ritirò all’improvviso per poi tornare, con forza, ad abbattersi sulla parte esposta della città.

Pietro D’Intino ricorda “Stavo arrivando in spiaggia, a Portanuova, dove erano moglie e figlio. Data l’ora doveva essere in fase di alta marea, invece la riva era decisamente più arretrata dela massima bassa marea. Compresi subito cosa stava per avvenire, urlai a tutti di andare oltre il muretto. Per mio conto mi caricai figlio e passeggino con mia moglie che radunava il resto. Arrivammo sul marciapiede in tempo per vedere l’onda montante, che però si infranse sul muretto, pochi oggetti classici da mare trasportati. Nessun danno.”

Io avevo 9 anni, ma ricordo l’incredulità tra la gente.

Walter Corsini ci racconta “Io ero a Francavilla quel giorno … fece più effetto il ritiro del mare che, effettivamente, andò oltre le scogliere frangiflutto, poi gradualmente, il mare tornò al “suo posto”. Non fu una cosa repentina, diciamo che avvenne tutto a rallentatore …”

Dalla rilettura degli articoli di giornale di quel giorno si scopre che una grossa ondata, partita dalla Croazia, arrivò fin sulla strada verso Piazza della Rinascita.

L’andirivieni delle onde durò alcune ore ma, fortunatamente, non lasciò danni. Il culmine delle onde, a Pescara, si ebbe tra le 9:00 e le 10:00 del mattino.

Il fenomeno non fu solo locale ma si registrò in tutto l’Abruzzo, fino alla costiera pugliese. Questo avvenimento fu studiato dai tecnici di entrambe le sponde, alla ricerca di una rassicurante spiegazione, ma la verità è che di tutte le teorie, più o meno avvalorate, non vi fu certezza fino a pochi anni fa.

Si parlò di un maremoto creatosi dopo una frana sottomarina, ma né i geologici che i sismologi, trovarono risposte definitive al fenomeno.

Il tratto interessato fu l’Adriatico centro-meridionale, tra Giulianova e Bari per la costa italiana e tra Croazia e Montenegro sull’altro versante (ex Jugoslavia).

I danni più ingenti furono sulla dirimpettaia isola di Korcula, nella cittadina di Vela Luka, che molti pescaresi ben conoscono. Da quella parte del mare, il fenomeno ebbe inizio  alle ore 5:15 del 21 Giugno 1978 con una forte mareggiata che invase prima il porto e poche ore dopo il resto della città. Si stimò che il mare entrò in città per circa 650 metri

Ma quali furono le cause? Inizialmente si pensò ad un terremoto, ma nessuna scossa fu registrata dagli strumenti. Altri esperti ipotizzarono una frana sottomarina, ma anche qui non si trovò un riscontro scientifico. Solo successivamente si ipotizzò l’avverars di di un fenomeno meteorologico conosciuto anche in altre parti del mondo con il nome di meteotsunami. Il fenomeno, che si è ripetuto in Italia anche nel Golfo di Trieste e nella Sicilia occidentale, si forma per determinate condizioni meteorologiche sfavorevoli. Infatti ad un aumento improvviso della pressione atmosferica causata da una perturbazione improvvisa e consistente, e di altre particolari caratteristiche meteomarine, si sviluppa uno scambio di forze dall’alto verso il basso e poi conseguentemente verso la costa, provocando una spinta delle acque che nel 1978 si incuneò nei golfi stretti e nei fiordi dell’isola Croata. La morfologia della costa e la batimetria del fondale contribuirono all’innalzamento delle onde, provocando il fenomeno che già conosciamo. La pertubazione, in atto quel giorno, spingeva con venti consistenti da sud ovest verso nord est, con la conseguenza di amplificare il fenomeno.

Sulla costa italiana il fenomeno fu meno invasivo grazie alla morfologia differente, infatti l’assenza di fiordi, golfi stretti e calette, impedì il propagarsi dell’ondata.

Un ringraziamento speciale va ad Alessandro Ricci per aver già ricordato questo evento.